Nonostante non mi piaccia molto mangiare in ristoranti che
offrono pietanze esotiche, la mia curiosità e la mia voglia di sperimentare
vengono soddisfatte comunque; se a
cucinare sono io, posso anche provare sapori a me sconosciuti.
Mi piace poi come a
volte la cucina tipica di un posto, diverso da quello in cui sei nato e cresciuto, riesca
a farti sentire come se fossi in vacanza, in viaggio, anche se non lo
sei; mangiando "lu pani ca' meusa" (panino con la milza tipico del palermitano) sembra di camminare per la Vuccirìa e di sentirne gli odori, gustando una mozzarella molisana sembra di
sentire l’aria dei boschi.
Ma che ciò capiti con cibi e regioni conosciute è
comprensibile.
Questa ricetta non è esotica per niente e non mi rimanda a pietanze o regioni conosciute.
Io in Campania non ci sono mai stata, anche se forse la mia
Sicilia ha molti aspetti simili, eppure mangiando questa pagnottine mi è
sembrato di sentirmi a Napoli, a Capri o perlomeno nell’immaginario che mi sono
creata di questi luoghi. Questo è per me un buon metro di giudizio, vuol dire
che i sapori napoletani sono stati riprodotti bene, no?
Queste pagnottine, fatte a Napoli secondo tradizione per la festa di Santa
Chiara, hanno un impasto molto simile alle muffulette siciliane ed un
condimento interno semplice ma molto saporito.
Ingredienti per circa 15 pagnottine:
Impasto:
1 kg farina di grano tenero [io ho usato un'ottima farina del Molino F.lli Fiorilli :-)]
250 g patate lessate e schiacciate
acqua q.b.
25 g lievito di birra
15 g sale
1/2 bicchiere olio EVO
Farcitura:
1/2 bicchiere olio EVO
500 g pomodorini
100 g alici sott'olio
1 spicchio d'aglio
origano
basilico
sale
pepe
Colonna sonora: Black Lab - This night
Dopo aver scaldato leggermente l'acqua, sciogliamo il lievito di birra in un po' di acqua tiepida.
Uniamo la farina, le patate l'olio ed il lievito, ed iniziamo a lavorare l'impasto; vi consiglio di unire poco alla volta la rimanente acqua così userete solo quella necessaria per avere un impasto morbido ma non troppo appiccicoso.
Incorporiamo il sale dopo averlo sciolto in altra acqua tiepida come abbiamo fatto con il lievito di birra.
Impastiamo e lavoriamo il tutto fino ad ottenere una palla che rimarrà a lievitare per un paio d'ore.
La croce sull'impasto è un'abitudine consolidata; non ho mai saputo perchè va fatta. Correnti di pensiero credono sia una sorta di benedizione al pane, altri ritengono serva ad innescare una lievitazione diversa; io in ogni caso la faccio da sempre.
Durante le lunghe due ore di lievitazione avreste benissimo il tempo per preparare altre 10-15 pietanze diverse, io ho alimentato un'altra delle mie dipendenze, quella da telefilm! Un'ora prima della fine della lievitazione, vi consiglio comunque di iniziare a preparare la farcitura delle nostre pagnottine.
Mettiamo in acqua ben calda i pomodorini così da riuscire a staccare la buccia più velocemente; spogliamo uno spicchio d'aglio, lo soffriggiamo leggermente in olio ed uniamo, infine, i pomodorini tagliati in due.
Aggiungiamo origano e basilico e facciamo cuocere fino a quando non otterremo un sugo; regoliamo il sale ed il pepe.
Tagliamo ogni filetto di alici in due pezzetti.
Iniziamo a lavorare l'impasto facendo delle foglie di pasta di circa 1/2 centimetro di spessore; creiamo dei dischi.
Io ho usato una tazza da latte, potete comunque usare un qualsiasi altro attrezzo; l'importante è che i due dischi abbiamo la stessa forma visto che saranno messi l'uno sopra l'altro per creare la pagnotta.
Mettiamo sul primo disco di pasta due cucchiaini di sugo e mezza alicetta.
Spennelliamo il bordo senza condimento con dell'acqua, in questo modo faremo attaccare meglio il secondo disco quando lo riponiamo su quello condito.
Una volta finita la pasta, spennellate con dell'olio ogni pagnotta e spolverate sopra del sale fino.
Come vedete, le pagnotte continueranno a lievitare anche dopo che le avete condite, ed è per questo che vi consiglio di metterle in forno nell'ordine in cui le avete assemblate.
Dopo circa 20 minuti a 200° saranno pronti; non si coloreranno molto ma 20 minuti dovrebbero bastare.
Sono buonissime anche appena sfornate ma, se le fate riposare un po' prima di mangiarle, farà bene sia all'impasto che alla farcia.
Spero vi facciano sentire in Campania come è successo a me!
Alla prossima
M.
Danno l'idea di un calzone. Come sono quando si tagliano?
RispondiEliminaL'impasto è più grezzo esternamente, sono soffici come un calzone ma il sapore è differente; forse meno dolciastro.
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